Distorsione alla caviglia gonfiore persistente – TrattaMIX UDINE – un TUTORIAL per riprodurre da soli degli AUTO-MASSAGGI in grado di ripristinare il drenaggio della caviglia
Avete subito una distorsione alla caviglia, magari anche parecchio tempo fa, ma il gonfiore è ancora lì che vi tormenta? Se la risposta è sì, questo è l’articolo giusto che fa per voi. Leggendo questo articolo “Distorsione alla caviglia gonfiore persistente – TrattaMIX UDINE” potrete capire quali meccanismi entrano in gioco quando l’articolazione tende a gonfiarsi in modo persistente, nonostante abbia superato la fase acuta del trauma.
Ovviamente, per risolvere questo problema in modo efficace e rapido, vi consigliamo caldamente di rivolgervi ad un fisioterapista, l’unico professionista che ha le competenze e le risorse adatte per prendersi cura della vostra condizione a 360°. Nell’attesa di farvi visitare da mani esperte, potrete sfruttare i preziosi auto-trattamenti che troverete descritti all’interno dell’ articolo: in questo modo renderete ancora più rapido il lavoro dei nostri colleghi e diventerete voi stessi protagonisti del percorso di cura.
Dopo un trauma alla caviglia il gonfiore è normale, ma fino ad un certo punto
Se avete subito una distorsione alla caviglia in tempi recenti, è normale che questa si presenti gonfia, infiammata e magari anche viola per via degli ematomi presenti nella zona traumatizzata.
In un percorso di recupero normale, una volta che la fase acuta si conclude, si ritorna alle proprie attività quotidiane e proprio il maggior movimento, come vedremo, favorisce un progressivo miglioramento dei sintomi: il dolore cala e diventa meno pungente e il gonfiore tende a diminuire fino a scomparire del tutto.
Se, al contrario, il versamento rimane costante anche a distanza di mesi dal trauma, significa che qualcosa nel percorso non è andato come previsto.
Dove sta l’intoppo?
Se percepite ancora la caviglia fastidiosamente gonfia, molto probabilmente la causa risiede in una di queste due problematiche:
- Problema del sistema circolatorio;
- Problema del sistema linfatico.
Vediamo nel dettaglio come sono strutturati i due sistemi, per meglio comprendere come una loro alterazione può inficiare il drenaggio della caviglia.
Il sistema circolatorio
Il sistema circolatorio del nostro corpo è rappresentato dalle arterie, dalle vene e dai capillari sanguigni.
- ARTERIE: possiamo immaginare questi vasi come dei grossi tubi le cui pareti sono spesse perché ricche di tessuto connettivo e di fibre muscolari. La loro struttura massiccia serve a sopportare facilmente le alte pressioni del flusso sanguigno che il cuore manda in circolo ad ogni battito. Questo perché, come già saprete, le arterie svolgono l’importante compito di veicolare il sangue ossigenato e ricco di nutrienti dal cuore ai tessuti del corpo per permetterne la sopravvivenza. Le arterie, al contrario delle vene, non possiedono valvole al loro interno, perché è proprio l’alto spessore delle pareti a garantire loro di mantenere la forma cilindrica anche quando non vengono perfuse.
- CAPILLARI: possiamo immaginare questi vasi come dei tubicini sottili che fanno da ponte tra le arterie e le vene (immagine). Le loro pareti sono sottili e non possiedono fibre muscolari. Al loro interno il sangue scorre con una pressione e una velocità ridotta, proprio per dare il tempo all’ossigeno e alle sostanze nutritive di fuoriuscire dal letto capillare e diffondersi nei tessuti del corpo.
- VENE: hanno pareti più morbide e più comprimibili rispetto alle arterie. La loro funzione è quella di accogliere dal letto capillare il sangue privo di ossigeno e riportarlo al cuore per essere ri-ossigenato e ri-pompato nuovamente in tutto il corpo. Poiché non hanno capacità contrattile, al loro interno sono presenti delle valvole che permettono al sangue di proseguire il suo tragitto verso il cuore senza defluire verso il basso. Questa funzione è garantita anche dalla posizione strategica che hanno all’interno del corpo: molte vene infatti si trovano tra i setti muscolari e quando ci muoviamo, i muscoli si contraggono, le stringono aiutandole a spingere il sangue verso il cuore con più facilità. Capirete bene che dopo un trauma il movimento riveste un ruolo importantissimo nel recupero, perché stimola il pompaggio del sangue venoso verso l’alto, impedendo ai liquidi infiammatori di accumularsi alle estremità del corpo come le caviglie e i piedi.
Il sistema linfatico
Il sistema linfatico è composto da una fitta rete di sottili tubicini sparsi a livello superficiale, ovvero nel cosiddetto strato sottocutaneo. La loro funzione è quella di accogliere e drenare i liquidi che si accumulano come scarto nello spazio interstiziale tra cellula e cellula.
Lungo il percorso della rete linfatica troviamo i linfonodi, vescicole contenenti cellule immunitarie in grado di individuare e di eliminare gli eventuali agenti patogeni presenti all’interno dei fluidi interstiziali, così da difendere il corpo da elementi per lui tossici e dannosi.
Tutti i vasi linfatici riversano infine il loro contenuto purificato dai linfonodi in un unico dotto rappresentato dall’arteria succlavia sinistra, il vaso sanguigno posizionato sotto la spalla sinistra.
Dopo un trauma questo sistema ha un ruolo importantissimo perché raccoglie e drena tutto il liquido in eccesso che fuoriesce dal sistema circolatorio lesionato: in altre parole, dopo la distorsione della caviglia, il sistema linfatico è uno dei responsabili del drenaggio del gonfiore e dell’ematoma che si creano nella zona traumatizzata.
Il gonfiore alla caviglia non scompare: colpa del sistema circolatorio o linfatico?
Con le spiegazioni precedenti abbiamo capito quanto sono importanti i due sistemi circolatorio e linfatico per assicurare una guarigione ottimale della caviglia traumatizzata:
- Il sistema circolatorio, grazie alle vene e alla loro compressione data dai muscoli, assicura il drenaggio del versamento grazie al ritorno sanguigno verso l’alto;
- Il sistema linfatico, grazie alla sua fitta rete estesa a livello superficiale, assicura il drenaggio dei liquidi infiammatori che si concentrano tra cellula e cellula.
Se uno di questi due sistemi non lavora bene, si assiste ad un drenaggio meno efficace dell’area traumatizzata con il risultato di un gonfiore persistente alla caviglia, difficile da mandar via se non si risale all’origine del problema.
Malfunzionamento del sistema circolatorio o linfatico: chi dei due è il nemico della vostra caviglia?
Ora che avete capito come funzionano i due sistemi, vi manca da stabilire se il gonfiore della vostra caviglia è causato da un problema del sistema circolatorio o linfatico: non preoccupatevi, seguendo la nostra guida potrete facilmente scoprirlo e potrete contare su semplici auto-trattamenti per prendervi cura del gonfiore in modo mirato ed efficace.
Problema del sistema linfatico
Se è qui che si concentra il malfunzionamento allora sarà positivo il cosiddetto “segno della fovea”: premete con il pollice per 20 secondi sulla zona gonfia della caviglia. Quando rilasciate il pollice fate attenzione alla risposta che osservate: se il solco dato dall’impronta del vostro pollice è marcato e impiega alcuni secondi prima di scomparire, allora il sistema linfatico non funziona correttamente ed è lui il responsabile del ridotto drenaggio della zona traumatizzata.
SOLUZIONE: eseguite un massaggio superficiale della pelle e del tessuto sottocutaneo di tutto l’arto inferiore. Ecco i consigli per eseguirlo al meglio:
- Sollevate un lembo di pelle, arrotolatelo a mo’ di rotolino e fatelo scorrere lungo tutto l’arto.
- Realizzate un massaggio leggero e superficiale: come ricorderete bene il sistema linfatico è posizionato nei primi strati del corpo; una mano pesante non fa altro che irritarlo ancora di più.
- Fate attenzione a cosa percepite sotto le vostre mani: quando massaggiate alcune zone della gamba sentirete un fastidioso pizzicore. Questa sensazione vi suggerisce che in quell’area il sistema linfatico è alterato e necessita del massaggio per essere mobilizzato e liberato dalle rigidità. Su queste zone consigliamo di passare con la mano per poco tempo più volte al giorno, fino a sentire un progressivo miglioramento del fastidio.
Problema del sistema circolatorio
Come abbiamo detto all’inizio, il movimento e la contrazione dei muscoli favoriscono la compressione delle vene facilitando il ritorno sanguigno verso il cuore e il drenaggio dell’area traumatizzata. Provate a ripensare a quanto tempo dedicate a al movimento durante il giorno, in base a questo potrete ritrovarvi in una delle due situazioni che seguono:
TRAUMA RECENTE E MANCANZA DI MOVIMENTO
Se la distorsione alla caviglia è avvenuta da poco e la maggior parte del tempo siete fermi, allora probabilmente il gonfiore è legato alla mancanza di movimento.
SOLUZIONE: vi consigliamo di iniziare a muovervi con calma e in sicurezza, così da cominciare subito a mettere in funzione il pompaggio venoso ad opera dei muscoli.
Se non riuscite a muovervi perché tuttora avvertite molto dolore, vi suggeriamo di contattare un fisioterapista che si potrà occupare nello specifico del vostro caso.
TRAUMA PASSATO E MOVIMENTO PRESENTE
Se invece siete nella condizione in cui il grosso del trauma è superato, avete già da tempo ripreso i vostri ritmi quotidiani e sono presenti solo rimasugli del dolore iniziale, allora probabilmente il problema è legato a un malfunzionamento del sistema circolatorio in sé.
Ad essere alterata è la componente venosa concentrata nel piede stesso la quale non riesce a spingere efficacemente il sangue al cuore nonostante il movimento.
Dovete tenere presente che una grossa fetta del sistema venoso è contenuta nella fascia plantare, la guaina che riveste i muscoli della pianta del piede. Questa fascia è responsabile di gran parte di drenaggio di tutto l’arto inferiore durante il cammino: se immaginate il sistema venoso plantare come una spugna, quando in situazione di passo il piede si alza, la spugna si riempie di sangue, quando il piede si appoggia il contatto con il terreno comprime e spreme la spugna, spingendo il sangue verso il cuore e drenando i liquidi verso l’alto.
Poiché la distorsione è passata e siete tornati a muovervi come prima, qualcosa ci dice che in questo momento la vostra fascia plantare non sta lavorando come dovrebbe: dopo un trauma infatti alcune aree muscolari del corpo si irrigidiscono per creare uno scudo protettivo dell’area lesionata. Una fascia plantare tesa e rigida non riesce a riempire efficacemente il sistema venoso al suo interno, né riesce a svuotarsi in modo ottimale.
È probabile inoltre che assieme alla fascia plantare per lo stesso motivo di difesa si siano irrigiditi anche i muscoli della gamba, come il polpaccio, inficiando il drenaggio di tutto l’arto.
SOLUZIONE: eseguite un massaggio profondo sulla zona della fascia plantare e del polpaccio. Ecco i consigli per eseguirlo al meglio:
- Individuate le zone più rigide: queste solitamente sono anche le più dolenti quindi possono trarre molti benefici dal massaggio. Rispetto al trattamento precedente, questo è un massaggio profondo, quindi non preoccupatevi di mettere più pressione per raggiungere la muscolatura contratta. Per capire quanta pressione esercitare affidatevi sempre alle vostre percezioni: il trattamento, anche se profondo, non deve essere doloroso, anzi deve darvi l’idea di un rilassamento generale. All’inizio vi suggeriamo quindi di fermarvi alla profondità in cui non percepite dolore, solo dopo che quella zona si sarà rilassata potrete spingervi più in basso.
- Come capire se si è fatto un buon lavoro: riappoggiate il piede a terra ed eseguite 4 passi; se sentite la fascia plantare più stabile e distesa e la caviglia meno rigida, allora il vostro massaggio ha centrato nel segno.
In conclusione di questo articolo speriamo che tutte le spiegazioni che vi abbiamo fornito vi abbiano aiutato a risalire al problema che impedisce alla vostra caviglia di sgonfiarsi al meglio.
I consigli presenti in questa guida vi aiuteranno sicuramente a prendervi cura di voi stessi e a preparare un terreno ottimale su cui il fisioterapista può lavorare con più velocità e con risultati migliori.
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Distorsione alla caviglia gonfiore persistente